Dopo Facebook, ecco Whatsapp, che dal febbraio del 2014 è di proprietà del colosso di Mark Zuckerberg. Il tema è quello dell’utilizzo di Internet da parte dei minori. Il contesto è l’applicazione del nuovo Regolamento europeo per la protezione dei dati personali, applicabile dal prossimo 25 maggio.
L’articolo 8 della norma comunitaria impone alle piattaforme di raccogliere il consenso dei genitori per il trattamento dei dati dei minori di 16 anni. I singoli Stati potranno poi abbassare l’età a 13 con un’apposita legge (in Italia il decreto di adeguamento al Gdpr è stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 21 marzo. La palla adesso è nelle mani delle Commissioni parlamentari e del Garante).
A differenza della casa madre Facebook, che ha deciso di estendere a tutto il mondo l’obbligo del consenso per il trattamento delle informazioni sensibili per i 13-15enni, Whatsapp è intervenuto innanzitutto sull’età minima per iscriversi e ha limitato la novità all’Europa: «Per usare i nostri servizi devi avere almeno 16 anni o la maggiore età richiesta nel tuo Paese (quindi se la norma italiana scende a 13, per i nostri giovani connazionali andrà bene 13, ndr)». Nel resto del mondo l’app continuerà a essere aperta a chi ha più di 13 anni (il limite è stato aggiornato nell’agosto del 2016, prima era di 16 anni in tutto il mondo). Il rispetto della regola è affidato alla buona fede dei piccoli internauti, che possono facilmente mentire, o al controllo dei loro genitori.
L’applicazione fa poi riferimento alla raccolta del consenso da parte dei genitori nel caso in cui non si abbia l’età minima per accettare i termini di servizio, secondo le leggi del Paese in cui si risiede: non è chiaro cosa intenda. «Potrebbe fare riferimento all’età minima per stipulare un contratto, che in Italia sono 18 anni, ma mi sembra di difficile applicazione», spiega l’avvocato esperto di digitale Fulvio Sarzana. Possibile che si riferisca alla variazione delle condizioni che sottoporrà agli utenti già registrati, fra i quali ci sono anche under-13, fra l’altro, oltre che under-16, chiedendo l’età. Anche in questo caso Sarzana è però scettico: «Non rispetterebbero quanto richiesto, mi sembra una forzatura».
Whatsapp non esplicita inoltre:
• come voglia raccogliere il parere di mamma e papà,
• come e se bloccherà o rimuoverà chi è già iscritto, ha meno di 16 anni e non presenta il consenso richiesto,
• come verificherà l’età in fase di iscrizione.
Il metodo già scelto da Facebook , dove i ragazzini non avranno che da indicare contatto sul social o un indirizzo email che potrebbero appartenere a un amico o essere stati creati ad hoc, è facilmente aggirabile.
Fra le novità annunciate dall’app da 1,5 miliardi di iscritti , anche la possibilità, in questo caso in tutto il mondo, di scaricare una copia dei propri dati (anche Instagram si è appena allineata, mentre su Facebook era già previsto): non i messaggi, che sono criptati, ma la lista dei contatti, i gruppi di cui si fa parte e i numeri bloccati.