BOOKTOKER COSA FANNO
I book-toker sono dei tiktoker che parlano di libri. Ma allora, chi sono i tiktoker? Un passo alla volta. Partiamo dall’origine di tutto: questi termini nascono a partire dal social network chiamato appunto Tik Tok. Nuova frontiera del social, se il caro, vecchio Instagram è il social delle immagini, Tik Tok è quello dei video: qui infatti si trovano soltanto carrellate di video di pochissimi secondi. Si tratta di un social amatissimo dagli under 25, dove mini coreografie, challenge e scherzi vanno per la maggiore.
Una persona che usa Tik Tok (possibilmente con assiduità e una certa frequenza) è un tiktoker, insomma chiamiamo tiktoker gli utenti di Tik Tok.
I tiktoker più famosi e seguiti generalmente si caratterizzano per generi e tipologie di video particolari, che riguardano temi specifici.
I tiktoker che parlano di libri si chiamano dunque book-toker. Liste, consigli di lettura, gag, si può usare qualunque mezzo per trattare l’argomento che si ha a cuore su Tik Tok: l’importante è che lo si faccia tramite i brevi video previsti dalla piattaforma. Altra chiave fondamentale è la creatività: il social infatti premia, rendendo virale, i video più seguiti e apprezzati dalla community.
Proprio come i book-influencer e i bookstagramer, i book-toker influenzano con i loro contenuti, potenzialmente, migliaia di persone.
I social, sebbene realtà virtuali, impattano e cambiano l’approccio alla vita reale. Cambia dunque il modo di comunicare, di relazionarsi, di guardare il mondo. Sembra assurdo che qualcosa di lento e impegnativo come la lettura, o la divulgazione, possano approdare su un social in cui si hanno una manciata di secondi prima di sparire nella home invasa dai contenuti più disparati. Eppure agli hashtag #booktok corrispondono video visti complessivamente 5,7 miliardi di volte; anche #booktokitalia e #booktokita vanno alla grande e sono collegati a video visti in totale quasi 28 milioni di volte.
Non si parla solo di libri su Tik Tok, ma si studia anche.
BOOKTOK SIGNIFICATO
BookTok è l’hashtag di tendenza su TikTok, dove spopolano i consigli di lettura attraverso video divertenti e creativi. Il fenomeno, come spesso succede, è nato negli Stati Uniti e, in brevissimo tempo, è diventato virale in tutto il mondo, Italia compresa
BOOKTUBER
Ti piace stare davanti a una telecamera e ami i libri: potresti diventare un booktuber.
Oltretutto, i dati sulla lettura in Italia sono sempre sconfortanti, a maggio del 2020 solo il 58% degli italiani (fra i 15 e 74 anni) ha dichiarato di aver letto almeno un libro. Quindi c’è sempre bisogno di qualcuno che promuova una cosa meravigliosa coma la lettura, soprattutto verso le nuove generazioni.
Ma cosa fa un BookTuber? In sostanza il BookTuber parla e analizza opere letterarie, fornisce consigli e recensioni libri attraverso YouTube; a mio modo di vedere, che ha un valore importante, ovvero quello di promuovere la lettura.
Si tratta di un’esperienza arrivata in Italia da non molto tempo, quindi non siamo ancora al livello di attenzione dei booktuber inglesi, ma spesso sono giovani seguiti da altri giovani, questo può fornire un ulteriore barlume di speranza al mondo dell’editoria, oltre che sottolineare come il digitale possa venire impiegato a supporto di altri mercati settoriali, difatti a me rincuora sapere che esiste un mondo social dove si parla, discute e riflette sui libri.
BOOKSTRAGAMMER-BOOKINFLUENCER-BOOKBLOGGER
Tranquilli questi “esseri” da un nome così “complesso” non sono altro che persone fatte di carne e inchiostro al posto del sangue. Il bookblogger, sul suo piccolo spazio virtuale ovvero un blog, si rivolge in modo cordiale e diretto ai lettori. Si cerca di abbattere il muro che vi sta tra blogger e lettore del sito, in modo che ognuno si senta a casa quando gli viene consigliato un libro. Ci sta da precisare che nessun blogger viene pagato per la pubblicazione delle recensioni ed eventuali rubriche dedicate ai libri. Ogni persona che gestisce un blog, viene spinto dalla voglia di conoscere nuovi titoli e proporli ai suoi lettori. La gestione del blog non è come una testata giornalistica, anzi il sito viene aggiornato in modo non periodico ( a meno che non ci si prepara molti post prima).Ma come sempre il mondo dei bookblogger non è rose e fiori, vi sono i furbetti che si fanno pagare per recensire. Una delle cose fondamentali di quando si ha un blog è la cura dei dettagli nei propri articoli.
Esistono bookblogger farlocchi, i quali i dettagli nemmeno li prendono in considerazione, dove spacciare per proprio un articolo è la prima cosa. O alcuni si cimentano in questa avventura senza conoscere la natura delle recensioni. E qui apro una parentesi, che secondo me verrò lapidata. Recensire non significa attenersi alla sinossi, recensire non è mettere 4 parole una dietro l’altra per formare una frase e di certo recensire non è rubare pezzi di recensioni altrui. Dietro una recensione, o articolo, vi sono ore spese a leggere i libri e a informarsi. E quando si scrive sul file Word prima di pubblicare, ci si passa delle ore a revisionare ed eventualmente togliere e aggiungere parti. Quindi questa creatura mitologica del bookblogger, metà umano e metà libro, fa tutte queste cose (oltre a dedicarsi alla vita sociale).
Chi è un bookstagrammer?
A differenza della blogsfera, il bookstagrammer concentra i suoi contenuti su Instagram. Infatti il nome deriva proprio dall’unione di book e Instagram, ed è quella “sezione” dedicata solo ed esclusivamente che trattano di libri. Quindi attraverso la fotografia, la community si dedica ai libri portando anche sulla piattaforma vari titoli e variopinte copertine. Ma a differenza del bookblogger, il bookstagrammer si può dedicare a: citazioni, estratti, rubriche e tips (consigli). Aprire un profilo su Instagram dedicato ai libri, oltre alla passione vi deve essere la creatività e l’originalità. Ovviamente vi sono i profili a cui ci si può ispirare, o comunque apprendere su come porsi ai vostri lettori. Tutto ciò consiste nel fare vostro il feed, colorazioni ed elementi cardine. Quando si è meno ispirati, io principalmente apro Pinterest nella speranza di trovare qualche idea innovativa. Le foto di certo non verranno come sono proposte nel social da me citato, ma certamente all’interno ci sarà qualcosa di mio e renderà unica la foto. Anche qui il concetto di tempo si ripresenta, sapete quanto ci vuole a fare una foto “perfetta”? Tempo e dedizione, anche spesso molte ore per fare un editing decente e senza nessuna imperfezione. Non conoscendo i ritmi del social, e inizialmente postando raramente si può incappare in bassa visibilità o poca interazione. Quello che sempre raccomando è di mettere se stessi in ogni post che si fa.